BIOTOPO DELL’ACQUA CADUTA: UN PICCOLO “TESORO VERDE” A CIMANO DI S.DANIELE DEL FRIULI

Me lo ripeto sempre più spesso e sempre più spesso ne ho conferma: non conosciamo a sufficienza il nostro territorio e lo sottovalutiamo parecchio dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.

Presi dalla folle corsa all’andare “fuori”, al cercare il luogo più bello da esplorare, ci dimentichiamo dell’ambiente che circonda, dandolo per scontato o credendo che non abbia nulla da offrire.

Ma sono credenze che possono essere smentite in un lampo, per casualità o per scelta… basta percorrere un sentiero a cui non abbiamo mai rivolto la nostra attenzione, addentrarsi in un angolo apparentemente insignificante, ed ecco che può svelarsi ai  nostro occhi uno scorcio, un paesaggio, un piccolo tesoro naturale.

Tutto ciò mi è successo più di una volta, ma in questo articolo vi parlerò del Biotopo dell’Acqua Caduta, situato a Cimano (comune di San Daniele del Friuli, UD).

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Uno degli scivoli d’acqua presenti nel sito.
Di cosa si tratta?

Si tratta di un sito naturalistico unico nel suo genere, caratterizzato da un corso d’acqua che ha originato cascate e scivoli d’acqua nel bel mezzo di un’incantevole radura boschiva.

Così è descritto in modo più competente e tecnico dal cartellone che fa da ingresso al sito:

Il rio, che nasce su un rilievo ad ovest di Susans, dopo un breve percorso tortuoso all’altezza della confluenza con il Rio della Palude, precipita di parecchi metri nella forra nel conglomerato miocenico. Questo monumento naturale dovrebbe essere tutelato sia per motivi geologici (è l’UNICA CASCATA ATTIVA NELL’ANFITEATRO MORENICO), che per i suoi caratteri naturalistici. Dopo il salto, il rio si dirige verso nord-ovest.

Come si presenta ai nostri occhi questo tesoro verde, e che caratteristiche lo delineano?

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Avete mai visto quei documentari sulla foresta amazzonica o sulle foreste tropicali, dove tutto d’un tratto si sbuca in una splendida cascatella circondata dal verde? Ecco, è proprio simile a una di queste, tutto il contesto lo è. L’ambiente ha un’energia selvaggia, pura… il verde della vegetazione sembra avvolgere amorevolmente il rio e le cascate come a volerle nascondere… il silenzio è rotto solo dal canto delle numerose specie di volatili che si accompagna al fresco e rasserenante rumoreggiare del corso d’acqua.
Nel sottobosco, numerose specie floreali accolgono chi si addentra in questo angolo incantato, tra cui una varietà di Orchidea selvatica non rarissima ma comunque difficile da incontrare.
L’acqua è verde opaca, e la sua superficie crea dei bellissimi giochi di riflessi con i colori della vegetazione, del cielo e delle rocce circostanti. Di tanto in tanto, se si fa attenzione, si può scorgere qualche piccolo pesce.

Anche le caratteristiche del terreno e del microclima hanno il sentore di foresta tropicale… la zona è paludosa, satura di umidità, ma inaspettatamente fresca. Vi dirò di più… noterete un sostanziale e repentino cambio di atmosfera tra il percorso per arrivare sul posto e l’arrivo nelle sue immediate vicinanze. Come dicevo, tutta la zona è paludosa e satura di umidità, che nella stagione calda accentua la sensazione di calore e di affanno. Ebbene, in stretta prossimità alle cascate, sentirete all’improvviso un’ondata di fresco assolutamente piacevole.

Anche gli aspetti floristici e faunistici di questo luogo sono peculiari:

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Orchidea Selvatica

Nella zona è stato trovato un sistema di tane di Tasso ed è stata segnalata la nidificazione del Merlo Acquaiolo.

Sono presenti, in sponda sinistra boschi igrofili (N.d.A: igrofilo = vegetale o animale che predilige come habitat ambienti umidi) di Pioppo Nero, Salice e Ontano Nero; sulla destra un querco-carpineto tipico. Al Carpino Bianco ed alla Farnia, si accompagnano il Ciliegio selvatico, l’Acero Campestre, l’Acero di monte, l’Orniello, il Tiglio Selvatico ed il Frassino.

Come si può raggiungere questo sito naturale? Ci sono aspetti particolari di cui tener conto?

Raggiungere il posto non è, in fin dei conti, complicato. Il problema (che è al tempo stesso un aspetto positivo) è che il sito è davvero poco conosciuto, e quindi poco segnalato su tutti i fronti: sia a livello di segnaletica stradale, sia a livello informativo sulla rete e persino sull’unico cartello che si trova (anche se è facile non trovarlo :’) ) in prossimità di uno dei punti di accesso.

Ma ora cerco di indicarvi in modo dettagliato come poterci arrivare. I punti di accesso principali sono, a quanto pare, due:

  • arrivando dal lungo ponte di Cornino, al bivio svoltare a destra in direzione San Daniele. Percorre la salita e proseguite lentamente finché sulla destra non notate la chiesetta bianca. Immediatamente dopo la chiesetta sempre sulla destra c’è una strada che conduce al cimitero. Percorretela fino all’arrivo allo stesso. Parcheggiate nel piazzale e imboccate a piedi la strada sterrata che si addentra nel bosco. I primi sentierini secondari che trovate sulla destra e che si addentrano ulteriormente nel bosco vi condurranno al Biotopo. Se arrivate da San Daniele, fate riferimento sempre alla chiesetta bianca, la stradina che porta al cimitero sarà in questo caso immediatamente precedente alla chiesetta e sulla vostra sinistra.
  • il secondo punto di accesso si trova praticamente nella fermata del bus. Arrivando dal ponte di Cornino, al bivio svoltate sempre a destra in direzione San Daniele, procedete lentamente e guardate attentamente alla vostra destra. In prossimità della SECONDA stradina che si addentra a destra, noterete la fermata del Bus e lì c’è il famoso cartello di benvenuto e il sentierino di accesso. Arrivando da San Daniele, Superate il centro abitato fino, procedete lentamente e superate la grande curva a sinistra. Superata quest’ultima, in prossimità della prima stradina che si addentra a sinistra noterete la fermata del bus e quindi il punto di accesso.

A cosa fare attenzione:

  • alle indicazioni poco chiare e quasi assenti
  • ai sentieri poco curati, puliti
  • alla discontinuità del terreno che rende il sentiero non perfettamente agibile, soprattutto quello dalla parte del cimitero
  • alla ripidità e alla scivolosità dovuta al terreno argilloso e umido
  • nella stagione calda, alle zanzare, vi assicuro che gli sciami già consueti sono nulla in confronto

E infine…

ATTENZIONE A RISPETTARE L’AMBIENTE! SIATE DISCRETI, DELICATI E PULITI!

Sperando di avervi fatto conoscere un posto inaspettatamente a portata di mano, vi auguro di poterci andare e di poter godere della sua bellezza semplice ma unica!

Volevo aggiungere un video per rendere meglio l’idea di quanto sia meraviglioso questo posto e trasmettervene l’energia, e anche per farvi vedere più cose, ma ho appena scoperto che con il mio profilo base wordpress non mi permette di caricare video! Così vi rimando al video che ho caricato su instagram, cliccate QUI.

Vi saluto calorosamente,

Daniele T. 🙂

Tutte le foto e il testo (ad eccezione delle citazioni) sono a cura di Daniele T. La riproduzione e/o la citazione anche parziale del testo è consentita con citazione esplicita della fonte e senza modifica alcuna.

Aiutare gli altri è un’arte, NON aiutarli… pure!

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Immagine da repertorio Google Images

Mettiamola così:
Ognuno ha il diritto di essere consapevole di tutto ciò che riguarda gli aspetti della sua vita, ma ha anche il diritto di NON esserlo.
Ognuno decide, anche nell’inconsapevolezza, come gestire tali aspetti.
Questo diritto sacrosanto genera delle implicazioni per il soggetto stesso ma anche per chi è esterno alla sua vita.
Chi è in possesso di informazioni, anche se certe, o chi ha il dono di poterle “cogliere” da fonti diciamo… non convenzionali, non è in pieno diritto di entrare a gamba tesa nella vita altrui e di forzarne le decisioni, anche se da quel punto di vista sembra la scelta migliore.
Ogni persona ha un cammino da compiere e dei muri da abbattere, e spesso abbatterli può essere doloroso ma necessario.
Agli occhi di chi osserva da fuori può sembrare un atto caritatevole cercare di convincere, di influenzare, di svelare, di informare le persone… spesso però non è così.
Al di là del sostegno, della vicinanza, del supporto… che sono atti amorevoli e rispettosi, ogni altro tipo di forzatura, sebbene in buona fede, è un varcare il confine e invadere uno spazio che non è il nostro.

Chiediamoci sempre quali sono le nostre reali intenzioni nel voler intervenire nella sfera personale (quindi mentale, energetica ecc) delle persone. Lo facciamo in modo del tutto disinteressato? Lo facciamo perché eleviamo il nostro punto di vista e le informazioni che abbiamo a verità assoluta? Lo facciamo per dimostrarci potenti, per avere riconoscimento?

Ma soprattutto… è opportuno il nostro intervento? è consono? è congruente con il cammino che la persona sta portando avanti?

Avere il dono di essere sensibili e, in certi casi, di “cogliere” informazioni nascoste, non ci rende automaticamente in grado di affrontare queste considerazioni con distacco e neutralità. Purtroppo questo aspetto non dipende da ciò che siamo in grado di cogliere a livello sottile, ma dipende dall’apertura del cuore. Due funzioni che in alcuni casi possono essere addirittura inversamente proporzionali.
Questa apertura permette di entrare in sintonia con chi abbiamo di fronte, di amarlo e riconoscerlo come Essere in cammino, e quindi di rispettarlo. A questo punto si sarà veramente in grado di percepire se possiamo fare qualcosa, se possiamo almeno provarci, e come. Ricordandoci sempre e comunque che aiutare è aiutarSI, che sostenere è sostenerSI, che accompagnare è accompagnarSI. Nulla è a senso unico ma è disposto in modo che ci sia uno scambio reciproco. Non spogliamoci MAI di questa umile consapevolezza.

Ognuno intenda ciò che può e vuol intendere 😊

Un caro saluto,
Daniele T. 

 

La copia o la citazione di questo scritto sono consentite con citazione della fonte senza modifiche alcune. Testo a cura di (c) Daniele T. Percorsi Di Luce; immagine da repertorio Google Images.