Mettiamola così:
Ognuno ha il diritto di essere consapevole di tutto ciò che riguarda gli aspetti della sua vita, ma ha anche il diritto di NON esserlo.
Ognuno decide, anche nell’inconsapevolezza, come gestire tali aspetti.
Questo diritto sacrosanto genera delle implicazioni per il soggetto stesso ma anche per chi è esterno alla sua vita.
Chi è in possesso di informazioni, anche se certe, o chi ha il dono di poterle “cogliere” da fonti diciamo… non convenzionali, non è in pieno diritto di entrare a gamba tesa nella vita altrui e di forzarne le decisioni, anche se da quel punto di vista sembra la scelta migliore.
Ogni persona ha un cammino da compiere e dei muri da abbattere, e spesso abbatterli può essere doloroso ma necessario.
Agli occhi di chi osserva da fuori può sembrare un atto caritatevole cercare di convincere, di influenzare, di svelare, di informare le persone… spesso però non è così.
Al di là del sostegno, della vicinanza, del supporto… che sono atti amorevoli e rispettosi, ogni altro tipo di forzatura, sebbene in buona fede, è un varcare il confine e invadere uno spazio che non è il nostro.
Chiediamoci sempre quali sono le nostre reali intenzioni nel voler intervenire nella sfera personale (quindi mentale, energetica ecc) delle persone. Lo facciamo in modo del tutto disinteressato? Lo facciamo perché eleviamo il nostro punto di vista e le informazioni che abbiamo a verità assoluta? Lo facciamo per dimostrarci potenti, per avere riconoscimento?
Ma soprattutto… è opportuno il nostro intervento? è consono? è congruente con il cammino che la persona sta portando avanti?
Avere il dono di essere sensibili e, in certi casi, di “cogliere” informazioni nascoste, non ci rende automaticamente in grado di affrontare queste considerazioni con distacco e neutralità. Purtroppo questo aspetto non dipende da ciò che siamo in grado di cogliere a livello sottile, ma dipende dall’apertura del cuore. Due funzioni che in alcuni casi possono essere addirittura inversamente proporzionali.
Questa apertura permette di entrare in sintonia con chi abbiamo di fronte, di amarlo e riconoscerlo come Essere in cammino, e quindi di rispettarlo. A questo punto si sarà veramente in grado di percepire se possiamo fare qualcosa, se possiamo almeno provarci, e come. Ricordandoci sempre e comunque che aiutare è aiutarSI, che sostenere è sostenerSI, che accompagnare è accompagnarSI. Nulla è a senso unico ma è disposto in modo che ci sia uno scambio reciproco. Non spogliamoci MAI di questa umile consapevolezza.
Ognuno intenda ciò che può e vuol intendere 😊
Un caro saluto,
Daniele T.
La copia o la citazione di questo scritto sono consentite con citazione della fonte senza modifiche alcune. Testo a cura di (c) Daniele T. Percorsi Di Luce; immagine da repertorio Google Images.